UMBERTO ECO, La
misteriosa fiamma della regina Loana: romanzo illustrato, Milano: RCS, Edizione Mondolibri 2004, pp. 86-89 e p. 113.
Edizioni internazionali
Umberto Eco, The mysterious flame of Queen Loana: an illustrated novel; translated from the Italian by Geoffrey Brock - Orlando, Harcourt 2005.
Umberto Eco, La mysterieuse flamme de la reine Loana roman illustre; traduit de l'italien par Jean-Noel Schifano- Paris, Grasset 2005.Umberto Eco, La misteriosa llama de la reina Loana; traducción de Helena Lozano Miralles - Barcelona, Lumen 2005. Umberto Eco, Die geheimnisvolle Flamme der Königin Loana: illustrierter roman; Aus dem Italienischen von Burkhart Kroeber - Wien : Carl Hanser, 2004
CITAZIONE PARZIALE (pp. 86-87): "A un tratto mi sono reso conto che al mattino, nella tensione della partenza, non ero andato di corpo. Sono andato in bagno, ottima occasione per finire di guardare il giornale, e dalla finestra ho visto la vigna. Mi ha colto un pensiero, meglio, una voglia antica: fare i miei bisogni tra i filari. [...] Mi sono accovacciato, nel gran silenzio meridiano, rotto solo da alcune voci d'uccelli e dal frinire delle cicale, e ho defecato. Silly season. He read on, seated calm above his own rising smell. Gli essere umani amano il profumo dei propri escrementi ma non l'odore di quelli altrui. In fondo sono parte del nostro corpo. Stavo provando una soddisfazione antica. Il movimento calmo dello sfintere, tra tutto quel verde, mi richiamava confuse esperienze precedenti. O è un istinto della specie. Io ho così poco di individuale, e tanti di specifico (ho una memoria da umanità, non da persona) che forse stavo semplicemente godendo di un piacere già provato dall'uomo di Neandertal. Lui doveva avere meno memoria di me, non sapeva neppure chi fosse Napoleone. Quando ho finito, mi ha colto il pensiero che avrei dovuto pulirmi con delle foglie, doveva essere un automatismo. Ma avevo con me il giornale, e ho strappato la pagina dei programmi televisivi (tanto erano vecchi di sei mesi e, in ogni caso, a Solara la televisione non c'è).
Mi sono rialzato e ho guardato le mie feci. Una bella architettura a chioccia, ancora fumante. Borromini. Dovevo avere l'intestino a posto, perché si sa che ci si deve preoccupare solo se le feci sono troppo molli o addirittura liquide. Vedevo per la prima volta la mia cacca (in città ti siedi sulla tazza e poi tiri subito l'acqua senza guardare). La stavo ormai chiamando cacca, come credo faccia la gente. La cacca è la cosa più personale e riservata che abbiamo".
Vedi anche p. 113 sul lemma "merda" nei vocabolari dell'epoca (ad esempio, il Nuovissimo Melzi del 1905).
Edizioni internazionali
Umberto Eco, The mysterious flame of Queen Loana: an illustrated novel; translated from the Italian by Geoffrey Brock - Orlando, Harcourt 2005.
Umberto Eco, La mysterieuse flamme de la reine Loana roman illustre; traduit de l'italien par Jean-Noel Schifano- Paris, Grasset 2005.Umberto Eco, La misteriosa llama de la reina Loana; traducción de Helena Lozano Miralles - Barcelona, Lumen 2005. Umberto Eco, Die geheimnisvolle Flamme der Königin Loana: illustrierter roman; Aus dem Italienischen von Burkhart Kroeber - Wien : Carl Hanser, 2004
CITAZIONE PARZIALE (pp. 86-87): "A un tratto mi sono reso conto che al mattino, nella tensione della partenza, non ero andato di corpo. Sono andato in bagno, ottima occasione per finire di guardare il giornale, e dalla finestra ho visto la vigna. Mi ha colto un pensiero, meglio, una voglia antica: fare i miei bisogni tra i filari. [...] Mi sono accovacciato, nel gran silenzio meridiano, rotto solo da alcune voci d'uccelli e dal frinire delle cicale, e ho defecato. Silly season. He read on, seated calm above his own rising smell. Gli essere umani amano il profumo dei propri escrementi ma non l'odore di quelli altrui. In fondo sono parte del nostro corpo. Stavo provando una soddisfazione antica. Il movimento calmo dello sfintere, tra tutto quel verde, mi richiamava confuse esperienze precedenti. O è un istinto della specie. Io ho così poco di individuale, e tanti di specifico (ho una memoria da umanità, non da persona) che forse stavo semplicemente godendo di un piacere già provato dall'uomo di Neandertal. Lui doveva avere meno memoria di me, non sapeva neppure chi fosse Napoleone. Quando ho finito, mi ha colto il pensiero che avrei dovuto pulirmi con delle foglie, doveva essere un automatismo. Ma avevo con me il giornale, e ho strappato la pagina dei programmi televisivi (tanto erano vecchi di sei mesi e, in ogni caso, a Solara la televisione non c'è).
Mi sono rialzato e ho guardato le mie feci. Una bella architettura a chioccia, ancora fumante. Borromini. Dovevo avere l'intestino a posto, perché si sa che ci si deve preoccupare solo se le feci sono troppo molli o addirittura liquide. Vedevo per la prima volta la mia cacca (in città ti siedi sulla tazza e poi tiri subito l'acqua senza guardare). La stavo ormai chiamando cacca, come credo faccia la gente. La cacca è la cosa più personale e riservata che abbiamo".
Vedi anche p. 113 sul lemma "merda" nei vocabolari dell'epoca (ad esempio, il Nuovissimo Melzi del 1905).
Umberto Eco (classe 1932) al suo quinto romanzo.
Note di ©えっちゃん
- note di commento soggette alle norme sul diritto d'autore -
Le vicissitudini esistenziali dell'uomo post-moderno tra l'artificio (nozionistico) della cultura e la spontaneità della natura.
Giambattista Yambo Bodoni ovvero lo smemorato di Solara (forse Villanova Solaro in Piemonte, tra le Langhe e il Monferrato?). Il protagonista del romanzo è un uomo che, in seguito ad un ictus, perde la memoria di sé e di tutto ciò che è legato alla sfera materiale della propria esistenza di organismo biologico. In poche parole, Yambo “perde la natura” e non gli resta che la cultura. Sa tutto dei personaggi dei libri ma ha difficoltà con il proprio Self.
Ci sentiremmo portati a presumere che, con il danneggiamento delle facoltà mentali, le informazioni nozionistiche si dissolvano e che, nello scontro tra natura e cultura, vinca (sempre) la natura, ma sarebbe ingenuo ritenere che il protagonista di un romanzo post-moderno non sia (pre)destinato a conservare intatto tutto il suo sapere enciclopedico (qualunque cosa accada).
Dunque, Yambo intraprende un percorso di ricerca del Self e... l'andare di corpo, in quanto funzione naturale, diventa una tappa privilegiata del processo di recupero dell'identità primaria, anzi... il defecare (meglio da accucciati che da seduti, meglio all'aperto che al chiuso) finisce per essere la garanzia fondante dell'autenticità di questa identità elementare in via di ripristino (potremmo chiamarla 'identità di grado primo').
Tuttavia, per quanto il protagonista si impegni a recuperare le modalità istintuali dell'uomo primitivo (non ancora civilizzato e non ancora acculturato), è del tutto impossibile per lui esistere senza la cultura e lo si può constatare nel tentativo di fare della cacca un prodotto ad ogni costo “culturale”, omaggiandone ora il dato olfattivo con una citazione in inglese dall'Ulisse di Joyce, ora il dato visivo con il paragone tra il (maleolente) conoide attorcigliato e un'architettura del Borromini.
Spostandoci di qualche pagina e andando a ritroso nel tempo, scopriamo che fin dalla giovane età, Yambo era un post-moderno. Infatti, uno dei ricordi sopravvissuti all'ictus (quindi un ricordo persistente) è quello del disagio provato nel momento in cui aveva scoperto che sul vocabolario scolastico mancava il lemma “merda”. Quale fraudolenta manomissione che scardina il rapporto tra la parola, il suo referente reale e gli strumenti atti a custodire tale rapporto! Da questo passo sembrerebbe di capire che la memoria di Yambo è sostenuta da uno stimolo culturale sub specie semiotica.
Leggere i romanzi post-moderni è come passeggiare in un bosco d'autunno su un tappeto di foglie (cascame stratificato di stagione in stagione dai tempi dei tempi), attraversando l'intrico di un sottotesto che cresce spontaneamente fitto di allusioni, di citazioni, di deiezioni letterarie.
Il post-moderno è un percorso molto faticoso (e insidioso) perché pare non ammettere (mai) ignoranza.
©えっちゃん
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Data di pubblicazione: 17 gennaio 2013.
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