1/17/2013

SHIT WORDS # 2 – CACCA GRECO-ROMANA

Note di ©えっゃん -  le annotazioni di commento sono proprietà intellettuale dell'autore del presente blog - Nel cuore della tradizione occidentale (mediterraneocentrica).
Vediamo cosa dicono i dizionari.
1) Lorenzo ROCCI, Vocabolario greco-italiano, Città di Castello, Società editrice Dante Alighieri 1989 (34^ edizione)
Il sostantivo greco “kàkke” κάκκη (f.) significa “escrementi”.
Il suddetto termine è attestato nella commedia di Aristofane, La pace (Ar. Pax, 162).
Per il corrispondente verbo “kakkào” κακκάω si rimanda a “chèzo” χέζω [da confrontare con l'antico sanscrito hadati e con la radice del sostantivo greco “chòdanos” χόδανος che indica il didietro].
Il significato è “evacuo, emetto, vado di corpo”.
Il verbo è attestato, ad esempio, nei seguenti autori:
    Aristofane (V-IV sec. a.C.) nelle commedie: Le ecclesiazuse, Le vespe, Le nuvole (Ar. Eccl. 320, 808; Vesp. 941; Nub. 1384);
    Plutarco (I-II sec. d.C.) nei trattati riuniti sotto l'etichetta di Moralia (Plut. M. 232).
    Il verbo derivato “chezetiào” χεζητιάω (desiderativo di “chèzo” χέζω) significa “ho voglia / ho bisogno di evacuare” ed è attestato in Aristofane, Le nuvole, Le rane, Le ecclesiazuse (Ar. Nub. 1387; Ran. 8; Eccl. 313).


    N.B. Nel consultare dizionari o lessici, si faccia attenzione alle abbreviazioni!
    Ar. = Aristofane (l'autore di commedie)
    Arst. = Aristotele (il filosofo)
    I termini scatologici sono propri del linguaggio colloquiale e dello slang triviale; perciò, trovano ampio e conveniente spazio, ad esempio, in testi teatrali comici (cioè, in testi letterari che abbiano un linguaggio mimetico di quello colloquiale e intenti umoristici o dissacranti o satirici o). E' una questione di prèpon stilistico.
     
2) VOCABOLARIO TRECCANI
 
 
cacca (region. caca) s. f. [affine a cacare; ma κάκκα è già in greco, in Aristotele, per indicare gli escrementi umani (così come è presente in Aristotele il verbo κακκάω nel sign. di «cacare»)].
– escremento umano, spec. nel linguaggio dei bambini: fare la cacca.
Per estens., sudiciume in genere, e fig., spreg., alterigia.
cacca (region. caca) s. f. [affine a cacare], fam.
  • 1. [il prodotto del defecare, spec. nel linguaggio infantile]
      •    - (volg.) cacata,
                - (volg., non com.) cacatura,
                - (fisiol.) defecazione,
                - (fisiol.) deiezioni, escrezione,
                - (fisiol.) feci,
                - (volg.) merda,
      - [di un animale di grosse dimensioni, spec. bovino] meta,
      - [nel linguaggio infantile] popò,
      - [spec. di un animale] sterco.
      vd. cacherello [[NdA. Sterco a forma di pallottola, di capre, pecore]]
      - (volg.) stronzo.
  • 2. (estens.) [oggetto o luogo sporco] - vd.  cesso, lordura, porcheria, schifezza, sozzura, sporcizia, sudiceria, sudiciume.
  • 3. (fig., pop.) [atteggiamento altezzoso e superbo]
    (lett.) albagìa, alterigia, boria, prosopopea, spocchia, superbia, sussiego. vd. contrario: modestia, semplicità, umiltà.
  •  
3) Ferruccio CALONGHI, Dizionario LATINO-ITALIANO, Torino, Rosenberg & Sellier 1987.
 
caco, -avi, -atum, -are (verbo attestato, ad esempio, in Catullo, Orazio, Fedro)
 
I - cacare
a) verbo intransitivo
Esempi: toto decies in anno, dieci volte in un anno intero, Catull.; in alqm, addosso a qualc., Hor. sat. 1, 8, 38.
b) verbo transitivo
Esempi: odorem, metter fuori (cacando), Phaedr.; durum, essere stitico, Catull. 89, 2.
 
II - imbrattare di sterco
Esempi: cacata charta, sconcacata, insudiciata da scritti sciocchi, Catull. 36, 1 e 20.
 
cacaturio, -ire = avere voglia di cacare
Verbo derivato dal precedente caco, -are. Ha valore desiderativo ed è attestato in Marziale.
 
 
4) VOCABOLARIO DEGLI ACCADEMICI DELLA CRUSCA,Venezia 1612

Per il termine "cacca" si rimanda al lemma "merda".
 
Il lemma "MERDA" compare un'unica volta nel Vocabolario.

MERDA. Escremento del cibo sceverato, per concozione, e digestione.
> Dan. Inf. c. 18. Vidi un col capo sì di merda lordo.
> Dan. Inf. 28. Che merda fa di quel che si trangugia.
- Per lezj si dice CACCA dello sterco de' bambini, dal Gr. Κάκκη > Flos. c. 10.
- Per simil. disse Lorenz. Med. canz.
> Lorenz. Med. canz. Questa vecchia mal vissuta, Ell' ha gli occhi pien di cacca.
 
5) Fernando Palazzi, Novissimo dizionario della Lingua italiana, Milano, Gruppo Editoriale Fabbri  1982 (edizione riveduta e aggiornata a cura di Gianfranco FOLENA)

càcca (s.f.) = voce fanciullesca che significa escremento umano; e p. est. ogni cosa sudicia o cattiva.
 
Ci si chiede SE il greco κάκκη possa essere in qualche modo collegato all'aggettivo κακός che indica ciò che è cattivo (cioè, in tutti i sensi mancante delle qualità dovute: brutto d'aspetto, vile, meschino, malvagio, dannoso, sfavorevole, ignobile, miserabile, sciagurato, etc.).
Quando si intima ai bambini: "NON toccare! è cacca!", si qualifica un oggetto come "cattivo, dannoso". Questione linguistica ma anche antropologica e gli antropologi tratterebbero la questione in termini di impurità e di contaminazione.
 
6) Cletto Arrighi, Dizionario milanese-italiano, Milano, Manuali Hoepli 1896.

Cacca, cacca. (A bambino) "Beh! L'è cacca!": "Non toccare bimbo. E' cacca".
Faccia de cacca: faccia di camorro [[NdEcchan > camorro = persona fiacca e malaticcia]].
On omm pien de cacca: un uomo pieno di cacca (alterigia).
"L'è òn villan refaa e l'è pien de cacca": "è un pidocchio riunto ed è pieno di cacca".
Cachina. (A bambino) "Fà la cachina, tesòr": "Lesto, fà [sic] la cacca, tesoro".


Curioso che nella trasposizione in italiano dell'ultima frase non si usi più il diminutivo cacchina ma compaia, invece, un'esortazione alla rapidità di esecuzione.  
 
Cletto Arrighi (pseudonimo di Carlo Righetti) è stato uno dei principali esponenti della corrente della scapigliatura.
 
 
©えっゃん
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